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Uomini: le scene sessuali con persone dello stesso sesso sono una sfida?

15 aprile 2013

di: Ilana Rapp
Fonte: nycastings.com
Tradotto da: Klaudia62 - Felicity
Redatto da: Marcy

Gale Harold, meglio conosciuto come Brian Kinney di "Queer as Folk"della Showtime, è apparso anche in numerosi spettacoli teatrali, film e serie televisive, come "Desperate Housewives" e "The Secret Circle". Fate attenzione al suo ultimo film attualmente in produzione, chiamato "The being experience”.


Ci hai fatto prendere un bello spavento quando hai avuto il tuo incidente in moto durante le riprese di "Desperate Housewives". L’incidente ti ha cambiato in relazione al tuo modo di vedere la vita e la carriera?

"L'incidente è stato come dare un’occhiata alla mortalità in maniera ben definita. In seguito, ho dovuto ripensare alla vita da quasi ogni angolazione. Ho capito che sono molto fortunato non solo ad essere vivo, ma anche ad essere circondato dalle meravigliose persone della mia vita, che sono rimaste al mio fianco, si sono prese cura di me e mi hanno dato un appoggio su cui contare. La loro presenza è stata fondamentale per la mia guarigione non solo fisicamente ma anche psicologicamente. I luoghi in cui sono stato erano i peggiori e i più terrificanti che abbia mai visto. Credo veramente che vedere le facce e sentire le voci di queste persone mi abbia permesso di trovare una via d'uscita dalle tenebre. Mi hanno aiutato a trovare la fede. Da molto tempo la religione non faceva più parte della mia vita, se lo è mai stata, ma ho sviluppato un nuovo apprezzamento del principio della fede. Alcuni dicono che Gesù è la roccia, o l'ancora. Io dico che i tuoi amici e la tua famiglia sono la tua ancora. E puoi davvero tenerli per mano, non solo cantare di farlo. E non voglio assolutamente mancare di rispetto a George Jones. "


Quante moto hai e che marche/modelli?

"Ne ho alcune. Tutte italiane. La mia preferita? È un pareggio tra due Ducati. Una 750 GT del 1973 con le marce a destra e una 900 Sport Darmah del 1978, assemblatacome una SS. La mia Darmah ha un quadrifoglio sul portachiavi. Questo è l’unico porta fortuna che ho. Vado in moto con il mio caro amico Hugo e con un genio scozzese di nome Leif Lewis, al quale mi affido per tutti i lavori importanti di cui le mie moto hanno bisogno. “


Sei arrivato alla recitazione quando eri già vicino ai 30 anni, grazie all’opera di persuasione di uno dei tuoi amici. A che punto hai capito che questo è ciò che volevi fare come carriera?

"Ho iniziato a studiare a 26 anni. Prima di allora non avevo mai pensato alla recitazione come qualcosa che avrei mai provato a fare. Avevo perso un po’ di tempo con alcune bizzarre 'performance', che avevo girato in Super 8 per un corso di cinematografia che frequentavo al SFAI, ma erano lavori molto grezzi e primitivi. Poi, però, ho cominciato ad esplorare ciò che è in realtà un attore, ho studiato per tre anni prima di trovare il coraggio di andare ad un provino. Terrore allo stato puro. Quello è un momento che mi piacerebbe provare di nuovo. Una carriera da attore? Ci sono molti giorni in cui mi sento come se fossi in un perpetuo esperimento esistenziale. Mi sento benedetto e molto fortunato, ma un sacco di miei sogni continuano a sfuggirmi ... "


Come hai ottenuto la tua prima rappresentanza da parte di un agente e/o manager?

"Il mio primo manager, Suzanne DeWalt, aveva visto una commedia in cui recitavo. Era stata invitata dalla regista, Joan Scheckel, che è stata il mio primo vero insegnante di recitazione. Joan era anche una buona amica della mia amica Susie Landau Finch, che per prima mi aveva incoraggiato a prendere in considerazione la possibilità di recitare, quindi è così che ho iniziato a studiare. "


Come è stata l’audizione per "Queer As Folk?"

"Quando c’è stato quel provino, avevo già deciso di lasciare Los Angeles. Non avevo deciso dove dirigermi, ma sarebbe stato a Chicago o a New York. Non riuscivo a decidere quale perché avevo solo 5 dollari in tasca. Il carro era decisamente davanti ai buoi.

Non avevo alcuna riserva su quel ruolo.Avevo riserve sul fare l’audizione. Ero rimasto un po’ traumatizzato dal mio record del 99% di rifiuti. Mi avevano preso per una parte. Quel film era stato uno spasso, ma io stavo ancora cercando di indurirmi per sopravvivere alla brutalità del restante 99%. Non credevo che avrei mai trovato un altro lavoro di fronte ad una macchina da presa, e volevo capire se avrei potuto avere successo su un palcoscenico a New York o a Chicago. Al provino ho letto per Linda Lowy, il direttore del casting, ed anche con il suo socio John Brace. Avevo visto l'originale su un nastro VHS che aveva la mia ragazza. Pensavo che Aiden Gillen fosse decisamente tosto, ma pensavo anche che non avrebbe mai funzionato in un adattamento americano. Comunque, avevo giurato che questo sarebbe stato il mio ultimo provino a Los Angeles. A quanto pare è andata bene.

C’è stata una serie di richiamate che hanno richiesto un taglio di capelli (mi pare), e l'acquisto di un abito che non potevo permettermi. Il processo di richiamata e provino è stato stressante. La stranezza di recitare in una sala riunioni, circondato da dirigenti esecutivi, era così intensa che mi sembrava di essere in un remake del video di Ashes To Ashes di David Bowie. E questo era solo un po’ meno bizzarro del fatto che un attore, che stava provando per il personaggio di Michael, mi dicesse che non mi avrebbe baciato, appena prima di entrare nella stanza. Ma almeno aveva letto la scena? Non lo sapremo mai ... "

La partecipazione di Gale Harold è programmata per il “Rise 'n shine” di Los Angeles, CA il 6 luglio 2013, a fianco di Randy Harrison (Justin Taylor) ed altri attori di "QAF". Gale ha anche in programma di partecipare al “Queens on the road Con” in Spagna dal 28 al 30 marzo 2014.


Una volta che hai avuto la parte, che tipo di ricerca hai fatto per poter interpretare l'egoista, gay Brian Kinney?

"Ho avuto abbastanza amici gay da poter girare un po’ per i bar gay di San Francisco (dove ho vissuto per quasi nove anni) e di Los Angeles. E sono cresciuto ad Atlanta. Ho lavorato e vissuto nel centro della città per alcuni anni, perciò un sacco di ricerca 'sociale' era già stata fatta.

Il mio approccio a Brian si è basato soprattutto sul libero arbitrio. Mi sembrava che il modo più diretto per interpretarlo sarebbe stato quello di minimizzare tutti gli stereotipi. Molto semplicemente lui voleva gli uomini e credeva di essere nel giusto. Non aveva bisogno di mettere in discussione se stesso. Naturalmente quelli erano i miei punti di vista. Il modo in cui lui è percepito è il risultato di quelle scelte che ho fatto, mescolate al modo in cui la parte è stata scritta, girata e montata. Continuavo a tornare alla mia convinzione che la sua sessualità non doveva essere oggetto di discussione da parte di nessuno, compreso se stesso. Questo è stato molto liberatorio, e mi ha ispirato ad allontanare tutte le speculazioni sulla mia sessualità. Sono eterosessuale, ma il personaggio era per me troppo importante per confondere il suo mondo con la mia vita privata. Essendo uno sconosciuto, sono riuscito a cavarmela con quella diversione. Penso che questo abbia contribuito nel presentare Brian come un uomo gay credibile. Forse no. Comunque sia andata, non è più nelle mie mani da molto tempo".


Brian Kinney era un personaggio molto forte da portare alla televisione americana in quel momento. Hai avuto qualche timore o pensiero che le persone in tutto il mondo avrebbero potuto dire che non stavi interpretando correttamente un uomo gay?

"Certo che no! Beh, questo lo dico ora con il senno di poi. Scherzi a parte, al momento ero solo un etero ingenuo che pensava che tutti gli uomini gay mi avrebbero dato una pacca sulla spalla dicendomi "ben fatto". Fondamentalmente non ero affatto turbato dalla cultura gay per come la percepivo. Ma non avevo nemmeno scalfito la superficie di ciò che significa crescere e sopravvivere essendo gay in America. Nei 13 anni da quando QAF ha colpito l’America, molto è cambiato. E grazie a Dio per questo. Ma onestamente, non ero preparato all’interesse che quel ruolo avrebbe avuto. Probabilmente pensavo che, essendo un appassionato di Burroughs, Cocteau e Genet, avevo una profonda conoscenzadella cultura gay. Non ero nemmeno vicino! E sicuramente non ero preparato alla reazione negativa che ho ricevuto da chi mi ha visto come un intruso sgradito. "


Ti sei mai sentito a disagio, mentre giravi scene così intime con altri uomini?

"Rivelare se stessi, fisicamente o emotivamente, al cast e alla troupe è spesso fonte di disagio. Ma è essenziale se si vuole dire la verità. Mi sono sentito più a mio agio nell’essere audace con alcuni di loro piuttosto che con altri. Sono stato incredibilmente fortunato ad aver lavorato con Randy Harrison nel ruolo di Justin Taylor. Condividiamo gusti abbastanza simili per musica ed arte da aver raggiunto un vero cameratismo, che, fortunatamente, si è poi evoluto in una profonda amicizia."


Qual è il tuo consiglio per gli attori che si accingono a recitare scene di sesso omosessuale per la prima volta?

"Domanda difficile. Non sono un esperto. Tutto ciò che posso dire è che se sei abbastanza fortunato da interpretare un personaggio sufficientemente sviluppato, in modo che tu possa analizzare la sua identità (di lui o di lei), e non è sempre il caso, puoi decidere cosa o come il personaggio si comporterà prima e dopo il sesso. Elementare. E poi sii te stesso. Bacia bene e con passione (se ciò ha un senso), e comportati come se facessi sul serio!"


C’è qualcos’altro che ti piacerebbe dire?

“Restate sintonizzati!”

Special thanks to @CassieGD and @verybookish


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